I Paesi emergenti sono più sensibili agli stimoli delle nuove potenzialità di Internet: in Occidente siamo conservatori? Lo scenario che emerge dalla ricerca Digital Life
L’ultima fatica della società di ricerca e consulenza Tns, dall’illuminante nome “Digital Life” , ci mette a disposizione quella che, almeno in teoria, è la più completa fotografia aggiornata dell’utilizzo di Internet nel mondo. L’indagine offre una copertura dell’88% della popolazione Internet del Globo, si basa su quasi 50mila interviste in 46 Paesi, puntando a snidare “attitudini e driver emozionali di comportamenti… motivazioni e bisogni sottostanti ogni attività effettuata online”, come dice la nota ufficiale della società.
Ecco qui di seguito qualche anticipazione dei principali risultati, che saranno approfonditi, con dettaglio italiano, i questi giorni presso Smau.
Digital Life parte col dirci che, a livello globale, per coloro che utilizzano la rete essa è ormai il primo media channel: il 61% lo utilizza quotidianamente, contro il 54% che usa la Tv, il 36% la radio, il 32% la stampa. Il livello di coinvolgimento, sostanzialmente la “profondità” con cui si utilizza il mezzo, varia parecchio da paese a paese (comunicazione, giochi, news, ecommerce, eccetera), ma è interessante il fatto che in Paesi emergenti come Egitto o Cina il livello di partecipazione sia più alto rispetto a mercati più maturi come Giappone, Stati Uniti o Nord Europa. Gli internauti “tardivi” sembrano quindi più e assidui ed entusiasti, mentre per contro nei paesi dove l’accesso “ovunque” è da anni una realtà gli utenti non ne sfruttano tutte le potenzialità .
Basti pensare che secondo la ricerca Tns 4 utenti su 5 in Cina (l’88%), e più della metà in Brasile hanno creato un proprio blog o preso parte a forum online, a fronte di un 32% negli Stati Uniti. L’Italia si posiziona su livelli di coinvolgimento abbastanza alti pur essendo ancora in fase di crescita della penetrazione di Internet sulla popolazione. Internet è poi diventato il metodo standard per condividere foto, soprattutto in Asia dove la fetta di internauti coinvolta nello scambio di immagini è enorme (92% in Tailandia, l’88% in Malesia). E anche qui i mercati più maturi si mostrano più restii (Giappone 28%, Germania 48%), con l’Italia che si piazza nel mezzo (70%).
Altro punto fermo dello studio Tns è la crescita del social networking, grazie alle funzionalità sempre pià ampie che offrono questi siti (compreso l’instant messaging), che è andata di pari passo con il passaggio dal pc al mobile (smart phone). Dall’indagine emerge che in futuro gli internauti daranno sempre più spazio all’accesso ai siti social da mobile rispetto a quanto non faranno da pc. Inoltre gli utenti mobili ora passano in media 3 ore alla settimana sui social network mentre ne dedicano poco più di due all’email.
Quest’ultimo dato fa riflettere su una ulteriore evidenza: l’email ormai è cosa vecchia. Se non bastasse la constatazione che i ragazzini non sanno quasi cosa sia, dato che parlano solo attraverso Fecebook, arriva anche il fatto che nei più reattivi paesi emergenti come l’America Latina e la Cina il social networking ha sorpassato la posta elettronica in termini di ore settimanali dedicate: 5,2 contro 4. Nei mercati maturi, invece, avviene esattamente il contrario: email batte Facebook 5,1 contro 3,8. I paesi più ghiotti di social networking sono la Malesia (9 ore alla settimana), la Russia, (oltre 8 ore) e la Turchia (7,7). E la Malesia figura al primo posto anche in termini di numero di amici sul sito, seguita a ruota dal Brasile: 233 di media, contro i soli 29 del Giappone.