Non potete sostenere di conoscere le buone regole di progettazione di un sito Web se prima non avete letto questa guida “classica” alle tecniche di navigazione.
Chiunque arrivi per la prima volta in un sito Web si pone quattro domande che devono trovare risposta nell’arco di pochi secondi, altrimenti non ci rimarrà per lungo tempo. “Dove sono?”, “Dove posso andare?”, “Come ci arrivo?”, “Come posso tornare dov’ero prima?”.
In realtà queste sono le stesse domande che ci poniamo nell’entrare in uno spazio fisico che non conosciamo, con la differenza che nel Web non disponiamo degli indizi naturali che invece troviamo nel mondo “reale”. Per tale motivo è necessario ricostruirli attraverso un sistema di navigazione che ci guidi attraverso la complessità intrinseca del mondo ipertestuale, attenuandone l’effetto dispersivo.
Jennifer Fleming propone dieci regole per produrre siti di qualità e attorno a tali regole costruisce un intero libro che scandisce le varie fasi di lavoro: dalla concezione dell’idea iniziale, fino al collaudo. Secondo l’autrice, una buona navigazione deve essere facile da imparare, mantenere la propria coerenza, offrire feedback (reagire all’azione dell’utente così che egli sappia che sta succedendo qualcosa), essere contestualizzata, offrire alternative per raggiungere la medesima destinazione, ridurre al minimo il tempo e le azioni per arrivarci, presentare messaggi visivi chiari, utilizzare una nomenclatura cristallina, conformarsi allo scopo del particolare sito, favorire gli obiettivi e le abitudini degli utenti.
Per costruire un percorso progettuale completo, la Fleming prende a prestito anche contributi di esperti di usabilità, come Jackob Nielsen, e di architetti informativi, come Lou Rosenfeld e Peter Morville, incapsulando addirittura un intero capito (quello centrale) del loro famoso “Information Architecture for the World Wide Web”.
La sequenza di progetto proposta per il sito ideale parte dalla concezione dell’idea e dall’identificazione del target, prosegue con la definizione dell’architettura, dell’interfaccia e dei meccanismi d’interazione e si chiude con i test di usabilità e con il lancio. Si parla anche di psicologia del design, ma non abbiate paura, non ci sono esperimenti coi topi, sedute psicanalitiche e altre cianfrusaglie del genere.
A questo punto, avrete tutte le informazioni chiave per cominciare il vostro lavoro progettuale, ma prima di mettersi all’opera, il libro ci spiega anche i processi che governano la costruzione del sito: la raccolta delle informazioni, la definizione della strategia, la prototipazione, l’implementazione, il lancio, il mantenimento e la crescita. Si tratta di un processo circolare, che ricomincia non appena il sito è in linea per portarci alla successiva versione (restyling) e poi ancora alla successiva. Un iter che rincorre i nuovi obiettivi dell’azienda e dei suoi utilizzatori e che reagisce all’espansione fisiologica del sito.
Il testo si chiude con esempi tratti dalle principali categorie di sito che vi troverete a produrre: commerciale, di comunità, d’intrattenimento, d’identità (branding), di formazione, editoriale. Per ogni categoria, troverete diversi esempi commentati. Non sono recenti, perché il testo originale americano risale al settembre ‘98, ma sono comunque significativi e sempre validi. La traduzione di Lucio Bragagnolo, giornalista di lungo corso ed esperto navigato del mondo Web, si presenta curata nei minimi particolari e molto gradevole.
Web navigation
Il design delle interfacce web
Autrice: Jennifer Fleming
Edizione originale: O’Reilly
Edizione italiana: Hops Libri – 2000
Prezzo: 49.000 lire – 25,31 euro
Brossura – 334 pagine