L’obiettivo dell’iniziativa messa in atto da HP è estendere l’uso di WebOS a molteplici dispositivi mobili grazie al contributo della comunità degli sviluppatori
Già dallo scorso anno, i responsabili HP avevano ventilato
la possibilità di rilasciare il sistema operativo WebOS in versione
opensource. A fine gennaio scorso l’indiscrezione assunse
tutti i crismi dell’ufficialità: la società indicò settembre come il mese di
rilascio del sorgente di WebOS. Il calendario è stato
rispettato e HP ha diramato l’annuncio: il sistema operativo
ereditato con l’acquisizione di Palm si chiama adesso Open WebOS.
“Oggi è un gran giorno per Open WebOS. Abbiamo completato la roadmap
iniziale e ne rilasciamo la versione 1.0 sotto forma di prodotto opensource,
così come promesso“, si legge in una nota
pubblicata sul blog del progetto. “Siamo pronti, adesso, per passare ad
una nuova fase di sviluppo che porteremo avanti insieme“.
L’obiettivo, come spiega Steve Winston, responsabile
dell’iniziativa, è ambizioso e mira a portare WebOS su altri dispositivi mobili
contando molto sui contributi provenienti dalla comunità degli sviluppatori. A
disposizione di tutti i programmatori interessati, c’è da oggi una versione
“OpenEmbedded” che consente di eseguire Open WebOS 1.0
Edition da uno speciale emulatore. Qui, si avranno a disposizione tutte le
funzionalità caratteristiche del sistema operativo, client di posta elettronica
e browser compresi. Nei prossimi mesi il team di sviluppo di HP provvederà ad
aggiungere il supporto per alcune funzionalità multimediali, il motore
Qt5/Webkit 2, lo stack Bluetooth BlueZ, il sistema per la gestione della
rete ConnMan e l’architettura di rendering ottimizzata SysMgr.
Nel video di presentazione, Winston
mostra la barra di avvio sensibile al tocco ed il supporto multitasking di
WebOS. Sfiorando lo schermo con i polpastrelli e trascinando le applicazioni da
un lato all’altro dello schermo, è possibile gestirle come meglio si crede e
portare nell’area di visualizzazione le informazioni che più interessano di
volta in volta.
Winston spiega in quali situazioni
si potrebbe già pensare di adottare Open WebOS spiegando come l’interfaccia
semplificata del sistema operativo possa rivelarsi adattissima per proporre
agli utenti un numero limitato di funzionalità consentendo loro, per esempio,
di navigare soltanto in un’Intranet aziendale o su siti web predefiniti. “È
un sistema operativo estremamente versatile che può essere installato su
smartphone, tablet o personal computer“, ha concluso Winston.