Contrariamente a quanto avveniva in passato, gli utenti di Windows 10 non debbono più installare alcun software client per effettuare il backup dei dati sul servizio cloud OneDrive.
Il servizio, infatti, è integrato in Windows 10 e già sin dal primo avvio del sistema operativo, mostra la sua icona (raffigurante due piccole nuvole) nella traybar.
Il funzionamento della versione di OneDrive inclusa in Windows 10 è diverso rispetto, per esempio, a quanto avveniva già in Windows 8.1.
Diversamente da quanto accadeva in passato, OneDrive, in Windows 10, non preleva i dati dallo storage cloud di Microsoft solo in caso di necessità e quindi di specifica richiesta dell’utente ma sincronizza le informazioni su tutti i computer ove risulta configurato il medesimo account utente.
In Windows 8.1 i file memorizzati su OneDrive venivano indicati come disponibili ma non venivano scaricati in locale se non al bisogno. Adesso, su qualsiasi sistema ove sia configurato lo stesso account utente Microsoft, i file verranno automaticamente prelevati dal cloud.
Certo, il nuovo comportamento non è esente da critiche: perché, almeno, non fornire all’utente un’impostazione aggiuntiva che permetta di scegliere se lasciare i file disponibili online ed effettuarne il download solo a richiesta?
Può accadere infatti che, specie con i dispositivi dotati di unità SSD di ridotte dimensioni o comunque contraddistinti da capacità di storage limitate, lo spazio disponibile in locale tenda a esaurirsi prelevando l’intero contenuto dell’account OneDrive. Per non parlare del traffico di rete aggiuntivo che viene generato.
L’utente ha comunque modo di decidere se sincronizzare tutto il contenuto del sistema oppure singole cartelle.
Con un clic col tasto destro del mouse sull’icona di OneDrive mostrata nella traybar di Windows 10 quindi scegliendo Impostazioni, cliccando su Account ed infine facendo clic su Scegli cartelle, si possono specificare le cartelle il cui contenuto dev’essere sincronizzato con il cloud Microsoft.
La sincronizzazione di OneDrive lavora nelle due direzioni: ciò che viene salvato nella cartella OneDrive in locale viene caricato sul cloud di Microsoft, ciò che viene memorizzato o modificato direttamente sul cloud (o su altri PC con il medesimo account utente) viene subito scaricato.
la sincronizzazione è molto pericolosa se becchi un virus ransomware che cripta i file, meglio usare un programma che esegue la copia a orari stabiliti e che apre la connessione solo quando serve e che ti mantiene più copie. Ne esistono diversi, uno molto valido è Iperius backup
Beh, dal momento che OneDrive effettua degli snapshot dei file ad ogni modifica, fino a 30gg si possono recuperare i file anche se eliminati o criptati, direi che sia invece molto sicuro sincronizzare i file nel cloud (almeno con OneDrive).
Poi ovviamente un ulteriore backup locale su NAS è preferibile.