Una ricerca realizzata da Lenovo a livello globale ha evidenziato gli aspetti vincenti, le sfide e le conseguenze dell’adozione improvvisa del modello work from home (Wfh) durante la pandemia Covid-19, e come le aziende e i loro dipartimenti It possano abilitare una nuova era del lavoro da remoto.
In particolare, questo studio ha rivelato come oltre la metà della forza lavoro intervistata a livello globale ritenga che in futuro si lavorerà da casa sempre di più e sempre più spesso.
Lo studio è intitolato “Technology and the Evolving World of Work” e analizza le modalità con cui i dipendenti in tutto il mondo stanno affrontando questa “nuova normalità” dopo che la grande maggioranza di quanti hanno risposto (72%) ha confermato un cambiamento nelle dinamiche lavorative negli ultimi tre mesi.
Lavorando da casa, ci si sente più connessi e produttivi che mai, ma i dati mostrano anche timori legati al proprio benessere economico, fisico ed emotivo.
Work from home, suggerimenti per i datori di lavoro
Lo studio offre anche diversi spunti per i datori di lavoro che vogliono adottare nel prossimo futuro le nuove tecnologie. Partiamo da questi.
Complessivamente, sottolinea Lenovo, i dipendenti intervistati a livello globale hanno espresso sentimenti contrastanti sul lavoro in un mondo post-Covid: mentre alcuni si sono dichiarati felici (27%) ed entusiasti (21%) di lavorare da casa per sempre, altri si sentono neutrali (22%) oppure in conflitto (17%).
Alla luce di ciò, è più importante che mai offrire ai dipendenti la flessibilità e la tecnologia richiesta dal lavoro da casa, in modo che per lavorare non debbano spendere denaro proprio per aggiornare la loro tecnologia.
Sebbene la maggior parte degli intervistati affermi che la tecnologia li rende più efficienti e produttivi, i dipendenti hanno identificato altri modi in cui la tecnologia potrebbe migliorare per consentire loro di ottenere vantaggi sul lavoro: aiutarli a mantenere un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata; semplificare la collaborazione con colleghi di altre aziende e organizzazioni esterne; aiutarli con il multi-tasking e ad alternarsi più frequentemente tra progetti diversi; automatizzare alcune delle loro attività quotidiane.
Benché l’emergere di nuove tecnologie sia stato dibattuto in passato, i dipendenti si dimostrano entusiasti per il ruolo che la tecnologia svolge nel migliorare l’esperienza nell’ambito del work from home.
Quando è stato chiesto quali tecnologie emergenti avrebbero avuto il maggiore impatto in positivo sul loro lavoro nei prossimi anni, gli intervistati a livello globale hanno identificato come prime scelte il 5G, l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning.
Nell’implementazione di queste tecnologie, suggerisce Lenovo, le aziende dovrebbero sollecitare i dipendenti a dare il proprio input, in modo da capire dove intervenire per avere il massimo impatto sulla qualità del loro lavoro.
Il 5G offre una connessione stabile e più sicura dando ai dipendenti la possibilità di spostarsi, mentre l’intelligenza artificiale può aiutare ad automatizzare i compiti ripetitivi. La maggior parte dei dipendenti ha anche espresso l’auspicio che le tecnologie emergenti possano aiutare a migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
I risultati della ricerca di Lenovo
I dipendenti intervistati a livello globale, ha illustrato Lenovo, stanno adottando il lavoro da remoto lontano dall’ufficio, work from home: tuttavia, si sentono più connessi che mai ai loro dispositivi poiché l’“ufficio” diventa qualunque luogo in cui si trova la tecnologia.
L’85% degli intervistati ha dichiarato di fare maggiore affidamento sul proprio Pc (laptop e/o desktop) rispetto a quando si trovava in un ufficio.
Circa due terzi degli intervistati (63%) si sentono più produttivi lavorando da casa rispetto a quando erano in ufficio. Il 52% degli intervistati ritiene che continuerà a lavorare da casa più di quanto facesse prima del Covid-19, anche quando non saranno più obbligatorie le misure di distanziamento sociale.
Questa nuova fiducia nel lavoro da remoto ha accresciuto la necessità per le aziende di dotarsi di soluzioni It personalizzabili, moderne e scalabili. Il 79% degli intervistati concorda sul fatto di aver dovuto fare da responsabile It di sé stesso, lavorando da casa, e la maggior parte degli intervistati ritiene che i datori di lavoro debbano investire di più in formazione sulla tecnologia per agevolare il lavoro da casa in futuro.
Con un passaggio al lavoro da casa tanto rapido quanto quello generato dalla recente pandemia, i lavoratori hanno dovuto fare investimenti personali in tecnologia quando non l’hanno fatto i loro datori di lavoro.
Sette dipendenti su dieci, tra gli intervistati a livello globale, dichiarano di aver acquistato nuovi dispositivi tecnologici per lavorare da remoto e circa il 40% degli intervistati ha dovuto migliorare a proprie spese, in toto oppure in parte, la propria dotazione tecnologica.
Gli intervistati in Italia hanno dichiarato di aver speso personalmente in media circa 305 euro per aggiornare o migliorare la tecnologia necessaria per lavorare da casa durante la pandemia da Covid-19: circa 62 euro in più rispetto alla media mondiale di 238 euro; a titolo di confronto, tra i dieci Paesi analizzati, solo in Germania (336 euro) e Stati Uniti (307 euro) si è speso in media di più.
Il nuovo approccio “work from home” al lavoro ha anche messo in luce alcune difficoltà. Il 71% degli intervistati lamenta l’emergere di nuove problematiche o il peggioramento di alcune condizioni, tra cui mal di testa, dolori alla schiena oppure al collo, difficoltà a dormire e molto altro.
Avere una postazione adeguata per lavorare da casa, che comprenda ad esempio mobili appropriati e un monitor esterno di grandi dimensioni che possa essere adattato alle proprie esigenze, è importante per aumentare il comfort.
Prendersi delle pause è altrettanto importante, poiché molti di quei break a cui siamo abituati in ufficio (fare stretching, alzarsi per andare a prendere un caffè, uscire per pranzo ecc.) si verificano a ritmi diversi durante il lavoro da remoto.
Oltre a disturbi fisici, gli intervistati hanno identificato alcune altre importanti sfide che si sono ritrovati ad affrontare lavorando da casa: diminuiscono i contatti personali con i colleghi, si avverte un’incapacità di separare la vita lavorativa dalla vita domestica e diventa difficile concentrarsi durante le ore di lavoro a causa delle distrazioni che li circondano in casa.
La formazione e l’adozione di dispositivi di videoconferenza di alta qualità quali cuffie con cancellazione del rumore e webcam per i Pc, tablet o telefoni di lavoro possono aiutare i dipendenti a sentirsi più connessi con i colleghi e meno distratti a casa.
Naturalmente, poiché la tecnologia ha alimentato il lavoro da casa in tutto il mondo, gli intervistati hanno anche espresso preoccupazioni più generali sulla sicurezza e sulla forte dipendenza dalla connettività per svolgere il proprio lavoro. I dipendenti di tutte le età concordano sul fatto che la loro principale preoccupazione relativamente alla tecnologia è la maggiore vulnerabilità delle aziende per cui lavorano alle possibili violazioni dei dati.
Di conseguenza, soluzioni di sicurezza avanzata dovranno essere sempre più integrate, a livello nativo, nell’hardware, nel software e nei servizi dei dipendenti (incluse quelle per implementarle e configurarle, oltre alla manutenzione) e ciò è particolarmente importante nel contesto delle pratiche odierne di lavoro da remoto.
Lo studio “Technology and the Evolving World of Work” è stato condotto dall’Intelligent Devices Group di Lenovo per analizzare le prospettive dei dipendenti in dieci mercati: Stati Uniti, Brasile, Messico, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Cina, India e Giappone. La ricerca ha lo scopo di offrire ai decisori aziendali e ai fornitori di tecnologia in tutto il mondo uno strumento per comprendere le necessità dei dipendenti di fronte a un cambiamento repentino delle loro modalità di lavoro.
È possibile consultare lo studio integrale sul sito di Lenovo.