Mutuando un altro filone molto in voga, il nuovo motto del programma d’incubazione di Telecom è “There’s only make”, c’è solo il fare.
Le start-up devono avere un ambiente nel quale nascere, con una prima fase protetta dalle intemperie, per poter sviluppare un prodotto o servizio che entri nel mercato senza pagar pedaggio contro concorrenti già navigati.
In Italia questi elementi essenziali sono finora mancati nello stesso ambiente. Oggi c’è una novità: l’edizione 2013 di Working Capital, il programma di Telecom Italia, risponde chiaramente a tutte le necessità di base e anche a qualche altra. Ma andiamo con ordine.
In quest’anno il programma mette a disposizione delle start-up ben 30 grant (donazioni) da 25 mila euro, che verranno erogati attraverso tre acceleratori, ubicati a Milano, Roma e Catania ed affidati rispettivamente a Gianluca Dettori, Fabio Lalli e Antonio Perdichizzi. In programma c’è l’apertura di altri due spazi dello stesso tipo.
Grant e clienti
L’acceleratore fornisce determinati servizi di base (uffici, infrastrutture, commercialista, avvocato), che insieme al grant e ad eventuali altri finanziamenti permetteranno lo sviluppo dell’idea imprenditoriale. Una volta giunti al traguardo, però, c’è da superare l’ingresso nel mercato, che presenta due ostacoli: i requisiti della start-up e i budget di chi acquista. “Chi fa parte dell’incubatore viene incluso nella supplier list di Telecom, anche se ovviamente non ha i requisiti necessari”, ha detto Marco Patuano, Ad Telecom. “E se qualcuno dei nostri usa una start-up, i primo 100 mila euro del contratto verranno da un budget speciale gestito da me”.
Altri piccoli gioielli
La nuova proposta, che già così si potrebbe considerare completa, viene arricchita da molte altre iniziative. Cento dottorati da finanziare (già 96 conferiti), incontri di networking (i primi due a Catania il 7/5 e a Milano il 15/5), l’assicurazione di avere quel “diritto di sbagliare” che non sembra far parte del Dna latino ed europeo, la disponibilità ad investitori italiani ed esteri del Rep, l’archivio (repository) dei 4.000 business plan presentati negli anni da 15 mila startuppari (neologismo tutto italiano).
Cambio di rotta: successo!
Dopo i primi due anni, Telecom aveva ricevuto un nutrito numero di osservazioni -anche da noi- sullo sbilanciamento mediatico dell’iniziativa. Nel corso del terzo anno c’era stata la necessità di modificare la rotta d’una iniziativa di grande successo pubblico; il quarto anno completa il cambiamento di rotta, come detto tutto orientato al “fare”.
“Ci hanno detto che il nostro approccio dei primi anni era fuffologia”, ha detto Salvo Mizzi, responsabile Internet Media & Digital Communication di Telecom Italia; “abbiamo recepito le osservazioni, ed anno su anno abbiamo aumentato fondi ed attività rivolte al vero tessuto produttivo”.
La proposta del 2013 è un passo in avanti decisivo per l’azione di Telecom sulla rainforest, l’ecosistema di rinnovamento dell’imprenditorialità nazionale. C’è da sperare che anche altri operatori, come già in passato, sterzino con altrettanta decisione per aumentare azioni ed interazioni tra le tante proposte ancora sul mercato.
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