Nel mirino aziende di servizi, società di customer care, distributori a valore aggiunto per operazioni valutabili fra i 10 e i 50 milioni di dollari. A colloquio con Luca Maestri, Cfo a livello mondiale della società.
Luca Maestri fa parte del gruppo di italiani (e iniziano a essercene diversi) che ha scalato le posizioni di vertice nelle società hi-tech. Vive negli Stati Uniti e da poco più di 3 mesi è executive vice president e Cfo di Xerox.
Ha insomma la responsabilità a livello mondiale della finanza, audit, risk management, investor relation e merger & acquisition di Xerox, una società da 22 miliardi di dollari di ricavi e 136mila dipendenti. “Una società – commenta il manager – che ha storicamente avuto una forte valenza tecnologica e che si sta spostando verso i servizi”. 01net lo ha incontrato nella sua breve trasferta in Italia.
Xerox sta migrando verso i servizi a scapito della parte tecnologica?
Direi che Xerox non si sta spostando ma sta bilanciando i ricavi che arrivano dai servizi e dalla tecnologia. Siamo un po’ unici: la metà del nostro fatturato è oggi tecnologia pura, l’altra metà è servizi. Qualche anno fa era 80% tecnologia e 20% di supporto alla tecnologia. Nel 2010 abbiamo acquistato una grande società di servizi (Acs, un’operazione da 6,4 miliardi di dollari ndr) che ha ovviamente avuto un forte impatto positivo sul nostro fatturato. L’obiettivo è di indirizzare la nostra macchina di R&D che supporta tutto lo sviluppo prodotti anche verso i servizi, perché ormai sono una parte importante dell’azienda.
Nel futuro peseranno più i servizi?
I tassi di crescita dei due mercati sono diversi: stimiamo un incremento dell’1-3% sul versante tecnologico e del 6-8% in quello dei servizi. Facendo una proiezione a cinque anni mi aspetto un fatturato generato per il 60% dai servizi e dal 40% dalla tecnologia.
Se la ricerca e sviluppo supporterà sempre più i servizi, è lecito attendersi un’innovazione più di processo che di prodotto. Il che richiede nuove competenze…
Certamente. Non a caso abbiamo recentemente fatto alcune acquisizioni importanti (ad esempio Unamic/HCN, una società di customer care olandese ndr ) e ne faremo altre nel prossimo futuro, soprattutto in Europa e possibilmente anche in Italia.
Che tipo di aziende state valutando?
Società specializzate nel customer care, nell’It outsourcing, nei servizi per le risorse umane e nel pagamento elettronico tipo Telepass. Stiamo anche valutando distributori a valore (in Inghilterra Xerox ha rilevato a marzo il distributore Concept Group ndr). L’obiettivo è comprare aziende con una copertura geografica che oggi non abbiamo oppure aziende che ci danno nuove competenze. In Europa vediamo molte opportunità, perché il mercato è estremamente frammentato. Non siamo certo interessati a comprare società che fanno prodotti.
Avete in mente grandi acquisizioni? Tempi?
Si tratta di operazioni da 10-50 milioni di dollari. E vedo un orizzonte temporale da qui a 18 mesi.
Considerando la strategia di acquisizione, potreste andare in concorrenza con le grandi società di consulenza It?
No. Lavoriamo con grandi aziende, ma su porzioni limitate del sistema informativo, come ad esempio il workflow documentale, la contabilità o la gestione delle risorse umane. Lasciamo alle varie Ibm o Accenture le attività di reengineering globali dell’It.
Le aziende utenti stanno investendo in It?
Negli Stati Uniti, che è il nostro mercato di riferimento, stiamo osservando un momento di riflessione. La vera crescita si vede nei mercati emergenti e siamo particolarmente ottimisti sul Sud America, oltre a ovviamente Cina e India.
E l’Europa?
L’Europa, nonostante i problemi a livello locale, mostra un tasso di crescita leggermente superiore agli Usa e l’Italia è in linea con il contesto europeo. L’Europa è un’opportunità importante: a oggi oltre il 90% del fatturato di Acs viene generato negli Usa e ci sono ottime prospettive per fare un fatturato importante anche in Europa.
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