L’accordo annunciato ieri, con una nota stampa, tra Mediaset e Yahoo è la prima evidente conseguenza dei tempi bui in casa Yahoo.
Il Ceo Marissa Mayer, sotto la stretta di improrogabili decisioni strategiche che consentano di trovare una ragionevole via d’uscita e salvare ciò che dell’azienda ancora può dare soddisfazione a investitori e azionisti, avrebbe infatti deciso non solo un importante taglio della forza lavoro (si parla di una riduzione del 15 per cento della forza lavoro, pari a 1700 addetti), ma anche la chiusura di alcuni uffici locali.
Tra questi anche quello italiano, aperto ormai diciotto anni fa.
E l’accordo con Mediaset, o per essere più precisi con Mediamond, la consessionaria pubblicitaria online del gruppo, ne sarebbe la riprova.
Il ruolo di Mediamond
Mediamond agirà dunque come concessionaria esclusiva per i prossimi tre anni, per la vendita di pubblicità display, native, video e content marketing su Yahoo.it a partire dal prossimo mese di aprile.
L’intesa consentirà a Mediamond di utilizzare Gemini, la piattaforma di native advertising proprietaria di Yahoo, per i propri partner e soprattutto avrà a disposizione nuovi asset, come Tumblr, per i progetti crossmediali di Mediamond e Publitalia.
L’accordo è stato siglato direttamente da Nick Hugh, vice president Emea di Yahoo.
Le difficoltà del Ceo Marissa Mayer
Intanto, come accennato all’inizio, Marissa Mayer sta valutando tutte le opzioni possibili, incluso lo spin off proprio delle attività legate a Internet, anche se su un punto è stata chiara: qualunque decisione in questa direzione non potrà avvenire prima di un arco di nove-dodici mesi.
Ecco dunque le decisioni drastiche di effetto immediato: riduzione della forza lavoro, chiusura di cinque uffici regionali, vendita di asset non strategici soprattutto nell’ambito immobiliare e nell’ambito dei brevetti e focalizzazione sui business chiave, come la ricerca mobile.
Secondo quanto dichiarato in queste ore, il nuovo focus dovrebbe consentire di aumentare il fatturato generato dall’advertising su mobile, video, e social dell’8 per cento, pari a un volume di 1,8 miliardi di fatturato. Nel contempo, le spese dovrebbero essere ridotte per circa 400 milioni di dollari, mentre dalle vendite degli asset non strategici Mayer prevede un ingresso di liquidità compreso tra 1 e 3 miliardi di dollari.