Con il 56% di consumi elettrici coperti dalle fonti rinnovabili, secondo le stime di Greenpeace
Alcuni sono così grandi da essere visibili dallo spazio e consumano energia come quasi 200.000 abitazioni; sono i data center, quelli che Greenpeace definisce “fabbriche dell’informazione” del XXI secolo. Edifici che ospitano migliaia di computer per scambiare dati di ogni tipo in tempo reale a livello planetario, attraverso il cosiddetto “cloud computing”, la nuvola digitale che, però, ha bisogno di sistemi informatici potentissimi per non evaporare. E questi sistemi richiedono una quantità sempre maggiore di elettricità.
Secondo il rapporto How clean is your data? di Greenpeace, questi centri di elaborazione dati con le loro reti di telecomunicazione, consumano in totale 623 miliardi di kWh l’anno. Per capirsi: con questa cifra sarebbero al quinto posto nella classifica mondiale dei Paesi con i maggiori consumi elettrici. Inoltre, sostiene l’associazione ambientalista, la domanda complessiva di energia di tutti i data center dovrebbe triplicare nei prossimi anni, superando quella di Germania, Francia, Canada e Brasile messi insieme. Si stima, infatti, che da qui al 2020 le informazioni trasmesse sul cloud aumenteranno di 50 volte, con investimenti delle compagnie informatiche nell’ordine dei 500 miliardi di dollari per consentire questo scambio virtuale di dati tra computer, tablet, smartphone e altri dispositivi.
Così Greenpeace ha elaborato una classifica, Clean energy index, delle 14 principali società informatiche planetarie, stimando i consumi energetici di oltre 80 data center, per capire quanto incidono le fonti rinnovabili per l’alimentazione di tali sistemi. L’ultimo aggiornamento dell’indice vede al primo posto Yahoo! con il 56,4% della domanda elettrica coperta dalle fonti alternative, contro il 20% assicurato dal carbone e il 14,6% dal nucleare (il totale della torta è inferiore a 100 perché Greenpeace si è concentrata solo su queste fonti del mix energetico). Al secondo posto della classifica troviamo Dell con appena uno 0,1% in meno di rinnovabili nelle forniture elettriche complessive, rispetto a Yahoo!; in terza posizione c’è Google con il 39,4% di energia verde. Apple e Microsoft, invece, stazionano rispettivamente all’ottavo e nono posto (15,3% e 13,9% di consumi soddisfatti con le rinnovabili).