La situazione economica globale, in cui i costi dell’energia stanno giocando un ruolo centrale, impone scelte strategiche non semplici per il settore ICT. La posta in gioco è altissima: il futuro del Paese dipende in larga parte dalla capacità di affrontare trasformazione digitale e transizione ecologica nel modo più efficiente possibile. Ne parliamo con le realtà leader di mercato, affrontando con loro le tematiche più calde.
Alle nostre domande risponde Marco Gioanola, Sales Engineer Zscaler.
Come pensate di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e costante crescita di potenza di calcolo richiesta?
Zscaler è un’azienda che negli ultimi anni è cresciuta in maniera esponenziale per quantità di transazioni processate, risultati finanziari e numero di dipendenti. È quindi particolarmente significativo che contemporaneamente a tutto ciò nel 2022 abbiamo raggiunto l’obiettivo di essere carbon-neutral, attraverso l’utilizzo di sole fonti rinnovabili per i nostri uffici e datacenter e la misurazione e compensazione delle emissioni.
Ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere “emissioni zero” entro il 2025. Questi obiettivi sono condivisi da un numero sempre maggiore dei nostri clienti, che quindi ci spronano a continuare su questa strada.
Dall’approvazione definitiva del PNRR è trascorso oltre 1 anno. Ad oggi quali risultati ha prodotto sulla trasformazione digitale dell’Italia, e quali sono le prospettive?
Tra i nostri clienti italiani ci sono molte aziende, di ogni dimensione, che hanno sposato con convinzione il modello SSE (Security Service Edge) e questo gli permette di continuare nel loro percorso di trasformazione pianificando gli investimenti in tecnologie innovative in modo molto naturale.
Guardando oltre questi casi “illuminati”, però, solo in poche occasioni nel 2022 abbiamo visto un deciso cambio di marcia a favore delle iniziative di trasformazione digitale. Molte aziende sono ancora incerte sul da farsi e subiscono, più che guidare, i cambiamenti in corso. Questo si riflette in allocazioni di budget ancora molto prudenti e poco innovative, pur a fronte, ad esempio, di minacce informatiche sempre più distruttive.
Mai come oggi investimenti e progettualità incidono in modo determinante sul futuro di ogni organizzazione. Quanto sentite vostro il ruolo di partner tecnologico dei vostri clienti?
Ciò che Zscaler vuole fare coi propri clienti è accompagnarli nel loro percorso di trasformazione digitale, e per questo riteniamo fondamentale instaurare una forte collaborazione coi decisori aziendali responsabili delle strategie tecnologiche, di sicurezza, e di business.
Spesso le aziende guardano alla nostra tecnologia in occasione di progetti tutto sommato ristretti, come la sostituzione di soluzioni ormai inadeguate o che hanno causato problemi in passato, come i web proxy o i VPN gateway, ma partendo da queste esigenze puntuali noi vogliamo mostrare loro i benefici di un più ampio processo di trasformazione del modo di fare sicurezza, di fornire accesso alle risorse aziendali, di sviluppare applicazioni.
Zscaler ha creato una vasta organizzazione di esperti a disposizione dei clienti per disegnare insieme la roadmap di trasformazione digitale e accompagnarli nel percorso, dai solution architect agli advisor strategici per i CISO/CIO. Zscaler fonda inoltre il proprio approccio su un ecosistema di partnership tecnologiche con i maggiori vendor complementari alla nostra piattaforma, in modo da consigliare le migliori integrazioni caso per caso.
Siamo convinti che l’adozione del paradigma Zero Trust e SSE sia una decisione aziendale strategica e abbiamo formato i nostri team allo scopo di accompagnare i clienti in questo percorso secondo le loro specifiche necessità e peculiarità.
Il game changer del 2023. Se doveste scegliere una sola tecnologia, quale sarebbe a vostro avviso la scelta vincente per le organizzazioni per il prossimo anno?
L’adozione consapevole delle piattaforme cloud sarà sicuramente un fattore chiave per mantenere la competitività e la sicurezza delle aziende italiane. Cloud non vuole dire solo Software-as-a-service, ormai consolidato nella stragrande maggioranza delle aziende, ma anche e soprattutto Platform e Infrastructure-as-a-service, la cui disponibilità sta guidando una migrazione verso nuovi modi di sviluppo delle architetture software e di rete: modelli abilitanti e sempre più necessari per le nuove realtà di lavoro ibrido, per l’adozione di modalità innovative di vendita al consumo (pensiamo agli scenari ibridi fisici-digitali) o per la gestione degli ambienti IoT/OT.
In base a una ricerca commissionata da Zscaler, però, i Paesi europei come l’Italia sono quelli che mostrano meno fiducia nell’utilizzo del cloud, principalmente per preoccupazioni riguardanti la protezione dei dati. A questo aggiungiamo che l’adozione di tali strumenti può presentare notevoli sfide nell’ambito dell’adeguamento dei processi aziendali, degli skill tecnologici necessari, e del mantenimento e miglioramento delle misure di sicurezza.
Ci troviamo quindi di fronte a un quadro contraddittorio, dove la maggioranza delle aziende riconosce il bisogno di strumenti di sicurezza innovativi come la piattaforma cloud Zero Trust Exchange di Zscaler, ma allo stesso tempo spesso non adotta una strategia di trasformazione digitale pervasiva e allineata con gli obiettivi di business. Per questa ragione assume ancora più importanza l’attività di partnership tecnologica tra Zscaler e i propri clienti di cui parlavamo sopra.